GEOPOLITICA DELL'INSICUREZZA RIFLESSIONI CON L'AUTORE PIERO BOLDRINI

GEOPOLITICA DELL'INSICUREZZA RIFLESSIONI CON L'AUTORE PIERO BOLDRINI

L’anno corrente volge al termine, si chiude un 2020 protagonista solido dei futuri libri di Storia, solo per sintetizzare: la Pandemia da Sars Cov2 ha avuto e sta avendo effetti globali che avranno riverbero anche sui prossimi anni e questo per dire che anno nuovo, stessa vita.

Volendo pensare ad una parola chiave per riassumere gli stati d’animo in questo storico anno come non pensare al concetto di Insicurezza. Per chi avesse poca memora ricordiamo che Gennaio 2020 si apre con un’escalation di violenza in Medio Oriente con Usa e Iran vicini allo scontro frontale. Le premesse c’erano tutte per finire sui libri di Storia.

Nella sua recente pubblicazione “Geopolitica dell’Insicurezza” Piero Boldrini, dipendente comunale in forza alla polizia locale, nonché ricercatore indipendente e analista dei fenomeni geopolitici, amplia lo sguardo e offre un punto di vista originale indicando possibili strumenti attraverso i quali è possibile interpretare e gestire momenti di crisi come quelli correnti. Il saggio pubblicato in formato cartaceo https://www.mondadoristore.it/Geopolitica-dell-insicurezza-Piero-Boldrini/eai120120188847/ e in formato e-book: https://www.mondadoristore.it/Geopolitica-dell-insicurezza-Piero-Boldrini/eai978883377035/ è edito da Self Publishing Mondadori e passione scrittore https://www.mondadoristore.it/

 

Dott. Boldrini, quando nasce l’idea di portare alla luce il suo saggio?

L’idea è nata dopo la discussione di una tesi di master di secondo livello, non ho ovviamente deciso di pubblicare un libro, per avere dei profitti, ci mancherebbe altro, anzi eventuali ricavi al netto delle spese andranno in beneficienza. Ho però capito che era giunto il momento di trasmettere, con umiltà, senza credere di avere la verità in tasca, le conoscenze che avevo e ho maturato in anni di studio; in un certo senso, aveva ragione lo psicologo e psicoterapeuta Erik Erikson, relativamente al settimo stadio di sviluppo psicosociale.

Ho anche auto un’esperienza, come civile, nei Balcani allora in guerra, si parla degli anni novanta, dove ho svolto missioni umanitarie, in quel contesto, ho sviluppato una profonda curiosità in tema di geopolitica e fondamenti etico religiosi delle relazioni internazionali. Sono stato, come tanti, uno studente lavoratore e ho constatato dopo attenta riflessione che la passione per gli studi in tema di geopolitica, terrorismo e migrazioni, mi ha sostenuto e in parte dispensato, dalla fatica di costanti studi accademici.

Qual è il rapporto umano e qual è il rapporto scientifico che un uomo di mondo come lei ha con il concetto di Insicurezza?

Il concetto di insicurezza è insito nell’animo umano, se ne parla dalla notte dei tempi, per me rappresenta uno stimolo a trovare nuove soluzioni e a ragionare su come possiamo lasciare ai nostri figli e nipoti un mondo migliore di come lo abbiamo ereditato noi. In passato si recitava spesso un vecchio adagio: “Aiutati che il Ciel t’aiuta” in effetti è proprio così ognuno deve fare la sua parte e non bisogna smettere di cercare e provare nuove strade. Il rapporto scientifico che ho con l’insicurezza, lo analizzo attraverso i filtri della “Logica Fuzzy” un sistema relativamente nuovo in occidente, ma molto conosciuto in oriente. In grado di dare risposte, poiché permette di percorrere nuove vie e di uscire, con il rispetto dovuto per queste teorie, dalla logica aristotelica o booleana, per approdare alla logica polivalente o sfuocata, in cui non esistono il bianco o il nero, ma si palesa la scala di grigi.

Il Sars Cov2, l’agente patogeno responsabile dell’attuale Pandemia ha colto di sorpresa tutto il mondo, da quello asiatico a quello occidentale. Tutti erano impreparati. Secondo lei, come è possibile che nel 2020 tutti i servizi di intelligence del mondo non siano stati in grado di monitorare e prevedere l’andamento di questa influenza?

I servizi di intelligence svolgono un lavoro importante e difficile allo stesso tempo, a loro non attribuirei colpe particolari, serve comunque verificare i fatti e solo la storia darà un verdetto definitivo. L’umanità ha goduto per anni dei benefici della globalizzazione, con una libera circolazione di persone, animali, piante, cibo, strumenti, macchinari ecc. la pandemia, con il suo corollario di lutti e sofferenze, danni economici, rappresenta l’altro aspetto della medaglia. Forse è questo il terreno su cui si deve e si dovrà fare un’analisi attenta. Serve essere comunque ottimisti e non perdere la speranza nel futuro, altrimenti si rischia di gettare il neonato con l’acqua sporca.

Nella gestione della Pandemia, a suo parere, la catena di comando ha avuto delle falle?

Si qualche falla può esserci stata, ma purtroppo non è facile affrontare l’imprevisto e l’imprevedibile, anche Don Chisciotte ha trovato difficoltà a fronteggiare i mulini a vento. Ora serve imparare dagli errori commessi e farne tesoro, abbiamo bisogno di creare un fronte comune, per ripartire e tornare a crescere, senza spendere energie in inutili conflitti, secondo il mio modesto parere ha ragione un vecchio proverbio africano: “se due rinoceronti si scontrano è l’erba che soffre”.

Nel suo saggio c’è un ampio capitolo dedicato alla leadership, che ruolo possono avere i leader in questa fase speriamo finale della Pandemia?

Il leader deve essere “caordico” parola formata da caos e ordine, deve avere la capacità di esplorare e accarezzare la linea sottile che divide le due parole, quando si intersecano fra di loro. Non deve essere troppo legato all’ordine e all’aspetto formale, ma nemmeno lasciare che il luogo di lavoro sia reso caotico e disordinato. Un compianto leader è stato Paolo Rossi, eroe e capocannoniere del Mundial in Spagna nel 1982, è stato, con sue doti quali umiltà, empatia, intelligenza, capacità di soffrire e rinascere e il suo immancabile sorriso, un ponte verso la saggezza e la vera leadership.

Oggi il leader in campo politico, sindacale, dell’associazionismo ecc. deve avere la capacità di ascolto e di confrontarsi con i propri sottoposti e le persone normali, diceva Papa Francesco che il pastore, quindi il prelato, deve avere la puzza delle pecore!!Una volta realizzato questo step, il ruolo del leader si struttura in una nuova capacità di elaborare soluzioni importanti.

Il decisore al tempo della pandemia, deve avere la forza di calendarizzare e sostanziare immediatamente la ricostruzione economica, dopo il disastro della pandemia, pena il lascito, ai nostri amati giovani, come sostiene il Prof. Massimo Cacciari, di una possibile “bancarotta generazionale”. Serve per il leader politico italiano, saper spendere il denaro proveniente dall’Europa, in un grande piano per le nuove infrastrutture, senza tralasciare il rilancio del pubblico impiego e soluzioni per il settore privato, volte a rendere gli imprenditori protagonisti e responsabili di una nuova era di relazioni con lo Stato. Serve investire in modo serio anche nel settore della sicurezza: “aria, terra, mare, spazio e cyberspazio” dobbiamo saper proteggere il nostro futuro. Questa volta il leader deve ripartire dai valori non negoziabili, deve essere credibile e fare goal come faceva Paolo Rossi.

Nel ringraziarla e augurandole un 2021 migliore possibile, le chiedo: quali progetti ci sono per il futuro? E’ in previsione una nuova pubblicazione?

Si, sarà la storia vera di un agente segreto, il cui nome in codice era: “L’angelo” un uomo che ha per anni ha operato in Medio Oriente.

Grazie a lei per la pazienza e disponibilità.